Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Personaggio: Ennio
Strictness, Freedom, and Experimentation in Horatian and Senecan Metrics
analisi dei connotati della metrica oraziana e confronto con i metri di TRG; Orazio tende alla regolarizzazione della strofe alcaica e saffica, che S. riprende con maggiori variazioni
Sul “Tieste” di Seneca
analisi di Atreo in THS, incarnazione di malvagità pura e gratuita
Constructing Oneself in Horace and Seneca
su S. pp. 275-285: come Orazio istituisce analogie tra etica, politica ed estetica, ma l’immagine che ne risulta è antitetica
La pestis di Hercules Oetaeus
l’interesse di S. per la medicina lo spinge, per mezzo di spie linguistico-concettuali, a “rivestire il mito di scienza” e a distinguere con i sintomi e con le modalità di infezione la pestis contratta da Ercole in HOE da quella descritta nel prologo di DPS, superando la genericità del modello sofocleo
No es suficiente una Medea
dopo una breve presentazione della figura di Medea nellepica e nell’elegia, si analizza la sua personalità tragica come viene percepita dai vari personaggi di S. (la nutrice, il coro, Creonte, Giasone e se stessa); la Medea di S. non abbandona mai i tratti originari di barbara e straniera e vive in perfetta solitudine, ma la sua “personalitad única en su doble faceta” subisce un’evoluzione, progredendo dal furor giovanile scatenato dall’amor per Giasone a quello maturo scaturito dal dolor il quale comporta un consapevole recupero della sua antica personalità stravolta però in una dimensione sovrumana
Due casi di (possibili) presenze in Seneca: Ascanio e Catone il Censore
l’adulescens di PRV 2,8 condivide qualche tratto con le rappresentazioni di Ascanio in alcuni versi virgiliani noti al filosofo e utilizzati in contesti tra loro simili; in PST 87,41 si possono riscontrare affinità con la contio tenuta da Catone il Censore a favore della lex Oppia riportata in Liv. 34,3-4
L’epistula come monumentum. Seneca e l’‘autocoscienza’ letteraria della filosofia (epist. 21,3-6)
Seneca in PST 21 ripropone l’idea topica eternatrice della letteratura mediante il linguaggio della commemorazione sepolcrale propria della tradizione romana. Analisi delle forme soprattutto lessicali che l’epistola condivide con la retorica funebre e con brani poetici facenti riferimento alla terminologia ‘monumentale’
Tra Ovidio e Seneca: la traccia dell’epos di Pitagora nel programma filosofico delle Naturales Quaestiones
nella prefazione di NTR III Seneca appare non solo contemplare il cosmo, ma svolgere su di esso una vera e propria azione demiurgica, imitando la precedente poesia didascalica (in particolare Ov. Met. 15) e nel frattempo contrapponendo ad essa la propria prosa scientifica, che raggiunge in tal modo il sublime stilistico
Due note a Seneca tragico. I L’antroponimo Medea
S. adopera figure di suono e di significato, dimostrandosi più vicino all’arcaico Ennio che ad Euripide; il codice genera il messaggio anche a livello stilistico
Solis rota. Ennio ann. 558 Vahl.2 e la tradizione di una metafora
esame dell’espressione solis rota in autori sia greci sia latini; suo uso metaforico attinto dai presocratici in Euripide e sua evoluzione negli autori latini a partire da Ennio fino agli autori tardi; suo uso in TRG come elemento positivo di una figurazione mitologica